Al momento seguiamo tre progetti che hanno a che fare con le fasce più deboli della società africana: gli orfani, i piccoli e le ragazze.
Dal 2008 al 2022
L'orfanotrofio di Mepanhira, un posto letteralmente dimenticato dalle istituzioni ma non da Dio, è il primo gradino del Paradiso; non è neanche segnato sulle cartine geografiche, è su un altipiano e ospita i "figli di nessuno". Bambini e bambine orfane di madre, di entrambi i genitori o figli di donne con gravissimi problemi mentali, che li abbandonano subito dopo averli partoriti o, peggio ancora, hanno tentato di ucciderli.
I bimbi non hanno nulla: quelli che arrivano dopo essere nati da appena 24 ore non hanno neanche una coperta o il latte, quindi provvediamo all'acquisto del latte in polvere (il costo di una lattina che dura circa una settimana è di 5?) e biberon per i neonati, riso, olio, miglio, fagioli, vestiti, medicinali e beni di prima necessità per i più grandi. E mentre i bambini della stessa età nella nostra società vanno all'asilo, a scuola e giocano, qui imparano a sopravvivere. Lavano le capulane - il telo che usano come lenzuolo, gonna, vestito, stuoia, fagotto per caricare sulla schiena i più piccolini-, i materassi (vecchi, sporchi, di gommapiuma, pieni di buchi e di qualche parassita) su cui dormono, mangiano, vomitano quando stanno male e fanno i loro bisogni di notte, quando hanno troppa paura per uscire fuori al buio.
Accendono il fuoco per il pranzo, che viene preparato in un calderone, e che quindi richiedere ore di per essere pronto. Stendono i panni al sole, per terra, sulla terra rossa, che li risporca immediatamente, su quella stessa terra nella quale si rotolano per giocare o dove i più piccoli imparano a camminare, cadendo più e più volte. Si lavano, versandosi secchi d'acqua ghiacciata addosso, mentre una specie di pietra pomice funge da spugna da bagno. Quando c'è un pezzo di sapone sono fortunati: se lo dividono, senza sprecarlo, e si sfregano velocemente, perché quell'acqua fredda, specie in testa, fa davvero male. Poi, ancora bagnati, si rimettono i vestiti sporchi, logori e sgualciti.
Quando ritorniamo nel 2017 il luogo è davvero un disastro: la porta per entrare ha i vetri rotti, chiunque può entrare perché il cancello è fatto da due laminati chiusi da un gancio. I bagni sono inagibili, oltre che puzzolenti e in uno stato pietoso, eppure loro ogni giorno li puliscono al meglio. Il tetto rischia di cadere, mettendo a repentaglio la vita di questi piccoli. Le condizioni sociali sono state sempre peggio, tant'è che i servizi sociali avevano deciso di chiudere la struttura, affinché potessero venire fatti i lavori di manutenzione. Gli orfani erano tornati dalle loro famiglie tribali, cioè dai nonni o dagli zii, in attesa che l'orfanotrofio riaprisse.
A giugno del 2019, quando le nostre volontarie hanno visitato Mepanhira, erano rimaste solo 3 bambine nella struttura e le suore mozambicane, che si occupano del posto, avevano deciso di prenderle con sé durante la notte. Per il resto del tempo, stavano nel cortile dell'orfanotrofio e crescevano. Le abbiamo conosciute che erano tutte e 3 piccole, ora 6 e 8 anni (due sono gemelle), e seppure non abbiano niente, sono sempre con il sorriso sulle labbra.
Le nostre volontarie le hanno riabbracciate, ed è stato per le bimbe un vero e proprio momento di festa. Facevano a gara a farsi prendere in braccio, perché oltre a non avere niente di materiale, non hanno neanche affetto, amore, coccole e abbracci.
2022
Durante il periodo del Covid l'associazione Karibu ha cambiato modus operandi, decidendo per necessità, di inviare denaro tramite bonifici.
Il denaro è stato ben gestito dalla Madre Superiora Ir. Ines Francisco Joao Inguane, delle Suore Diocesane dell'Immacolata Concezione di Cuamba, Niassa.
Karibu ha provveduto ai lavori del tetto.
Nella nostra visita dell'Agosto 2022 abbiamo trovato una ventina di bambini: 4 neonati, 10 fino ai 4 anni e un gruppo di parenti dei piccoli che si prende cura di loro sotto la vigile sorveglianza di due suore molto attive: Irma Essinat di 39 anni e Irma Linda di 22 anni.
Nel periodo del nostro soggiorno nell'orfanotrofio abbiamo provveduto allo scavo di un pozzo ( rimangono ancora i lavori per la canalizzazione e la messa in loco della pompa: l'incertezza è fra una pompa manuale - che però potrebbe essere vandalizzata perché la ditta scavatrice non ha trovato l'acqua all'interno dell'infantario - e la pompa elettrica, più sicura ma che ha un costo molto elevato visto che la zona non è servita da energia elettrica e richiede l'installazione di pannelli solari.)
Sempre nel 2022 abbiamo portato due valigie piene di medicinali quali: paracetamolo, antibiotici, antistaminici, pomate antibiotiche e integratori da aggiungere alla multi mistura di cui i bambini si cibano una volta al giorno.
È stato fatto un portone in ferro per sostituire le due latte appoggiate al muro e tenute chiuse da un palo e una pietra e siamo in attesa di notizie sull'ultimazione dell'installazione del medesimo.
#2- LAR DI MONTEPUEZ
Altro nostro progetto è il lar, una casa-famiglia, di Montepuez, che era stato aperto da Suor Ermanna Bottasso, suora costigliolese Missionaria della Consolata, deceduta tristemente ad ottobre 2016 in un incidente stradale in Mozambico mentre si recava con le ragazze del lar in pellegrinaggio al Santuario di Nipepe dove la Beata Irene Stefani aveva fatto il miracolo dell'acqua.
Il lar accoglie bambine e ragazze che vivono in villaggi troppo lontani dalla città dove si trova la scuola, e non offre solo loro vitto e alloggio, ma insegna loro a diventare future donne di casa: cucinano, cuciono, ricamano, tengono in ordine le stanze e gli spazi comuni, coltivano l'orto. Tutto per formarle al meglio per il loro domani.
Seguiamo il lar dal 2002, abbiamo visto molte ragazze terminare gli studi, andarsene e poi tornare, di tanto in tanto, a trovare Suor Ermanna, che chiamavano "mamma", per il suo affetto e i suoi insegnamenti. Da quando Suor Ermanna non c'è più, da quel tragico giorno in cui stava viaggiando proprio con alcune delle sue ragazze - una è morta con lei e molte sono state ferite, e hanno tuttora problemi a camminare o a muovere il braccio-, tutti pensavano che la struttura avrebbe chiuso, invece no. Rosa, un'assistente sociale del posto e laica della Consolata una delle tante "figlie" di Suor Ermanna, continuò il ruolo che già copriva con Suor Ermanna di direttrice in qualità di volontaria, e tutte le sere e i weekend, prima di tornare a casa dal figlio, andava al Lar a controllare che tutto procedesse bene, a rassicurare le ragazze, a monitorare la situazione e a darci notizie.
La nostra associazione si è impegnata al massimo per far sì che non venisse tolta questa grande opportunità non solo alle ragazze, ma anche i lavoratori che si dedicavano al lar: 3 monitore, un guardiano di notte, un ortolano e un trattorista che prestavano il loro lavoro come se fossero una famiglia. Se avessero dovuto perdere il lavoro, non avrebbero più potuto sfamare la loro famiglia. Ognuno di loro riceveva un salario pari a 45? al mese, che sembra molto, ma non lo è: un sacco di riso costa 20?, quindi a mala pena riuscivano a mantenere i loro figli.
Le uniche entrate del LAR, erano quelle del trattore, che Karibu aveva acquistato nel luglio 2016 e concesso in comodato d'uso al lar per 5 anni; grazie al lavoro nei campi, e ai prodotti che le ragazze coltivavano nell'orto e vendevano al mercato, riuscivano a ricavare 1000? all'anno.
Purtroppo a dicembre 2021 il nuovo Vescovo Dom Antonio Juliasse ha licenziato i lavoratori, vietato a Rosa di farsi vedere nel lar e ha consegnato la struttura nelle mani delle Suore Francescane che incontrano enormi difficoltà a gestire il lar sia nell'andamento organizzativo sia nell'accompagnamento psicologico e spirituale delle ragazze. L'Associazione Karibu non è mai stata informata ufficialmente del cambiamento di gestione da parte della Diocesi di Pemba e pertanto in tutto il 2021 e 2022 non ha inviato contributi.
#3- SCUOLA MATERNA DI GURUE
La scuola, seguita dalle suore cappuccine brasiliane, accoglie ogni giorno 150 bambini, in due turni. La maggior parte di questi bimbi sarebbe esposta a pericoli vari se rimanesse in casa mentre i genitori sono a lavorare nei campi. Qui, invece, i piccoli ricevono un'educazione e un pasto caldo al giorno. Karibu aiuta nell'alimentazione. Nel 2019 sorse la necessità di dare uno spazio aperto ai bambini, dove potessero giocare quando non erano nelle aule. Le suore cappuccine chiesero il contributo a Karibu per acquistare un terreno adiacente alla scuola, che, insieme alla recinzione, aveva un costo di ? 4.500.
Nella visita del 2022 le nostre volontarie hanno notato la buona organizzazione della scuolina e la necessità di estendere lo spazio per nuove aule della scuola elementare. Hanno incontrato il Vescovo di Gurue che ha sollecitato un aiuto alla costruzione di un nuovo edificio adibito a scuola elementare e il suo patrocinio. Siamo in attesa di un preventivo di spesa.
COME RACCOGLIAMO FONDI
Per raccogliere fondi per il Mozambico, lavoriamo tutto l'anno sul territorio cuneese, non solo attraverso serate di sensibilizzazione a tema sociale (vedi "Voci dal silenzio", nel 2016, sulla violenza sulle donne, e "Sorella Acqua", nel 2018, contro lo spreco dell'acqua, risorsa molto preziosa in Africa), ma anche e soprattutto con le scuole, di qualsiasi ordine e grado. Prepariamo interventi mirati, percorsi educativi specifici e progetti di approfondimento che gli studenti delle superiori possono scegliere nell'ambito dell'alternanza scuola/lavoro.
Avviamo campagne specifiche, in base a quelli che possono essere i bisogni nelle due missioni che seguiamo. L'ultima, vincente, è stata #regalaunagallina, con la quale abbiamo chiesto di rinunciare a 3 caffé per acquistare una gallina per il LAR. L'idea era stata studiata per essere rivolta ai bambini dell'asilo e della scuola elementare, per quello avevamo pensato che ognuno potesse dare un nome alla propria gallina.
Invece #regalaunagallina è diventato qualcosa di più, tant'è che sono state tantissime le persone che hanno deciso di regalare la "loro" gallina. In primis la squadra di rugby Saluzzo North West Roosters, tutti gli abitanti di Costigliole Saluzzo, alcuni commercianti di Saluzzo, e qualche classe dell'Istituto di Istruzione Superiore "G. Soleri A. Bertoni" Saluzzo. "La Stampa" ci ha seguito per tutto l'iter di questa campagna, e anche grazie agli articoli pubblicati, abbiamo anche ricevuto delle offerte dai cori che si sono esibiti a Vigone durante il concerto di Natale, e sono arrivate anche donazioni da Savona, Milano, Roma e addirittura Los Angeles.
Alcune volontarie fanno lavori a mano che proponiamo nelle varie bancarelle alle feste dei paesi. L'associazione è conosciuta per le bonecas, bambole di pezza vestite con i colorati tessuti africani. L'ultima attività è quella del sapone fatto in casa, all'olio extra vergine d'oliva con essenze.
Infine, non meno importante, il contributo del 5x1000: non costa nulla e ci aiuta molto: C.F. 94045550046
Con il contributo di ? 10.147,44 relativo agli anni 2016, 2107, 2018, 2019, 2020 e 2021 abbiamo realizzato il pozzo nell'infantario di Mepanhira, Niassa, Mozambico.
CONTATTI
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Costanza Colombero (socia fondatrice): 348-3040473
Krizia Ribotta Giraudo (Presidente): 392-3765139